“Battere l’oro è una poesia: attraverso la battitura trasmetto tutto quello che ho dentro, il sentimento più profondo che sento in me. Vedere la trasformazione della foglia d’oro mi apre il cuore, come vedere un fiore sbocciare”: così Marino Menegazzo riassume il mestiere antico del battiloro, una tradizione millenaria della quale è l’ultimo portavoce rimasto in Italia, e uno degli ultimi al mondo.
Ritratto del Maestro Marino Menegazzo al lavoro durante la battitura dell’oro. Il Maestro è entrato in bottega nel 1976, subito dopo gli studi superiori. Qui, seguendo gli insegnamenti del futuro suocero Mario, ha imparato l’antica arte del battiloro. Credits Daniele Rosin
Tra le calli di Venezia, i campielli e i ponti che collegano l’isola, si trova il Ramo di Tiziano, dove un tempo era la casa del famoso pittore, tra gli artisti più importanti del Rinascimento e oggi sede dell’azienda Mario Berta Battiloro. Una storia nata negli anni Venti del Novecento per volontà di alcuni parenti di Mario Berta, che rileva l’azienda nel 1969. Oggi è gestita dalla figlia Sabrina, dal marito Marino Menegazzo, che ha proseguito il lavoro del suocero, imparando i segreti del battiloro, e dalle loro figlie Eleonora e Sara, che hanno apportato molte novità nell’uso della foglia d’oro, applicandole anche al campo della cosmesi e dell’alimentazione.
Particolare del procedimento di fusione dell’oro. Dopo aver raggiunto lo stato liquido, l’oro incandescente viene tolto dal crogiuolo e posizionato nella staffa, per creare un nuovo lingottino d’oro. Successivamente viene laminato fino a ottenere una lunga striscia sottile, dalla quale vengono tagliati dei piccoli quadrati, sottoposti prima alla battitura con il maglio e poi manuale da Marino Menegazzo. Credits Marc de Tollenaere
L’antica e nobile arte del battiloro
Il mestiere del battiloro è antichissimo: le prime testimonianze risalgono a circa 2000 anni fa con la civiltà egizia, ma il periodo di massimo splendore fu il XVIII secolo quando, potenti signori, ricchi commercianti ed ecclesiastici, richiedevano la foglia d’oro per abbellire e decorare le proprie dimore private, o impreziosire statue religiose e realizzare mosaici splendenti.
Marino Menegazzo ha più di 40 anni di esperienza nella battitura dell’oro, tecnica molto complessa, che richiede dedizione, passione e fatica: infatti per arrivare ad avere una foglia d’oro di 0,02 micron di spessore, bisogna battere incessantemente un pacchetto formato da piccoli quadrati d’oro per un tempo che oscilla dai 50 minuti alle due ore (dipende dallo spessore che si vuole raggiungere), con un martello il cui peso varia dai 3 agli 8 chilogrammi.
Il battiloro può utilizzare diversi tipi di martello, di diverso peso, che variano dai 3 agli 8 chilogrammi. Con la battitura a mano l’oro mantiene intatte tutte le sue caratteristiche. Photo Credits © Laila Pozzo
I segreti di uno dei mestieri più antichi e tradizionali dell’artigianato italiano: il battiloro
Tutta la lavorazione avviene in bottega; per ottenere una singola foglia d’oro si impiegano circa 8 ore di lavoro e diverse sono le fasi di realizzazione: si parte dalla fusione del lingotto d’oro che, una volta raggiunto lo stato liquido, viene versato in una staffa a creare un nuovo lingottino che viene successivamente laminato; dalla lamina si ricavano piccoli quadrati che vengono impilati e suddivisi da carte “pergamino” e sottoposte a una prima battitura con il maglio, per poi passare alla battitura manuale.
La foglia ottenuta è sottilissima, setosa, compatta, ma malleabile, proprio perché, non avvalendosi di macchinari artificiali, l’atomo dell’oro non perde le sue caratteristiche, pertanto il confezionamento finale deve prevedere movimenti dolci e un soffio delicato “come se si stesse dando un’anima all’elemento”.
Sara e Sabrina al lavoro mentre separano e tagliano i fogli d’oro ottenuti dopo la battitura. La manualità per questa fase è importantissima: infatti le foglie raggiungono anche lo spessore di soli 0,02 micron, pertanto bisogna utilizzare delle pinze apposite per spostarle e un soffio delicato per distenderle sul banco prima di tagliarle. Photo Credits © Laila Pozzo
Lavorare l’oro richiede manualità, intelligenza, studio e pratica, come afferma Sara: “L’oro in base alle condizioni metereologiche, alla luna, alle maree cambia, e bisogna seguirlo. L’oro è qualcosa di meraviglioso da costruire; ma lo devi costruire dall’inizio del suo processo fino alla fine. Creiamo foglie che diventeranno parte di opere d’arte usate per produrre meraviglie in giro per il mondo. Quello che facciamo nel nostro piccolo è direttamente proporzionale alla bellezza per cui l’oro viene usato”.
Le foglie d’oro della bottega Berta Battiloro sono state impiegate per imponenti opere come la Madonnina del Duomo di Milano o l’Angelo di San Marco a Venezia, e per mosaici come quelli che abbelliscono la cattedrale di Marsiglia.
Banco di lavoro per il taglio finale della foglia d’oro, prima del confezionamento. La foglia d’oro viene spostata sul banco, dove viene tagliata con un apposito strumento, in un quadrato perfetto, solitamente di 13 x 13 cm. Photo Credits © Laila Pozzo
Il battiloro: dalla decorazione al design, dalla cosmesi all’uso alimentare
Berta Battiloro ha saputo unire sapientemente un mestiere antico con l’innovazione e le sfide che il mondo contemporaneo pone agli artigiani giorno dopo giorno: al fianco della tradizionale produzione per decorazione, nell’atelier si realizzano foglie d’oro anche per la cosmesi e per uso alimentare.
Infatti la purezza dell’oro 24 KT (quindi puro al 100%) garantisce standard qualitativi di primo livello e permette a chef, maestri pasticceri, enologi e barman di ottenere un risultato estetico emozionante e senza eguali.
Nel campo dell’estetica l’oro puro ha ottime qualità antiage, andando a penetrare in profondità, riempiendo le rughe, riducendo le occhiaie e donando lucentezza alla pelle; oltre ad essere perfetto per decorare il proprio corpo, labbra e palpebre.
Interno della cattedrale di Marsiglia. La splendente decorazione della cattedrale è realizzata con le foglie prodotte dalla Mario Berta Battiloro. L’azienda Battiloro ha prodotto foglie d’oro utilizzate anche per la statua della Madonnina del Duomo di Milano e per l’angelo di San Marco a Venezia. Le foglie d’oro sono presenti nelle più affascinanti opere d’arte del mondo.
Una luminosità che ha da subito attratto anche la designer Kiki van Eijk, che ha collaborato con Marino Menegazzo nell’ultima edizione di Doppia Firma, per cui hanno realizzato “Shadows of Gold”.
Marino Menegazzo è un vero e proprio “Tesoro Vivente”, Maestro di una tecnica tanto antica quanto rara e per questo nominato nel 2018 MAM-Maestro d’Arte e Mestiere dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, per l’inestimabile lavoro del battiloro che porta avanti con dedizione, spirito di sacrificio e amore.